Lei si chiamava Cèline. Italofrancese, simpatica e divertente, apparentemente spensierata ed allegra, nascondeva in se’ un grande dolore: una disfunzione ormonale (che stava curando da anni senza grande successo) le aveva fatto prendere molti chili ed era visibilmente in sovrappeso.
Cèline venne al corso MBSR (per la riduzione dello stress attraverso la consapevolezza) perché non accettava il suo corpo e la sua immagine, ed a niente erano valse le svariate terapie alle quali suo malgrado si era sottoposta. La prima volta che lavorammo nel gruppo con un esercizio sul movimento consapevole, le sue parole furono: “E’ stata una sofferenza: dall’inizio alla fine. Tutti si muovevano più agilmente di me, tutti mi sembravano migliori e più bravi, e me la sono presa tutto il tempo con me stessa e col mio essere goffa.”
Le feci notare che la sofferenza non veniva tanto dal suo corpo, quanto dal giudizio negativo ed implacabile che la sua mente costruiva ad ogni movimento. Si ripromise di lavorarci su… qualche sessione dopo, alla fine di un nuovo esercizio di consapevolezza nel movimento, vidi che non vedeva l’ora di condividere la sua esperienza.
“Stavolta, anche seguendo le sue parole dottoressa, me ne sono proprio fregata degli altri, e mi sono focalizzata sui movimenti che facevo e su quello che sentivo nel farli… ma… è stata una sensazione bellissima!!! E la scoperta più grande è che io finora non avevo mai incontrato il mio corpo … mi sono sentita d’improvviso leggera e libera…”
Solo quando liberiamo la nostra mente dal giudizio, iniziamo ad incontrare l’esperienza in corso…