Stefano soffriva di tachicardia da stress. Esami e visite avevano evidenziato come il suo sistema circolatorio, in condizioni di sovraccarico, rispondeva con battiti accelerati.
Nessuna malformazione o problematica cardiaca. La diagnosi era stata: ci devi convivere o ti prendi i betabloccanti.
E fu con questa prospettiva che approdò all’MBSR (protocollo per riduzione stress tramite la consapevolezza).
Quindi non fu una novità quando, durante l’esercizio del body scan, iniziò a sentire la tachicardia. Dopo le prime volte in cui, come sempre, aveva ingaggiato la sua battaglia coi battiti del suo cuore per provare ad abbassarli (senza grandi risultati), Stefano, confessò poi al gruppo, che si scoprì a pensare: “e vabbè, se proprio vuoi esserci, ok, continuo l’esercizio anche con te!”
Alla fine del body scan, il sintomo era così leggero e in sordina da essere quasi impercettibile…
Certo, era solo un inizio, ma Stefano aveva compreso: il mollare la focalizzazione sul sintomo e il conseguente spostamento dell’attenzione esclusivamente sull’esercizio, avevano disinnescato l’attivazione del sistema nervoso che alimentava la sintomatologia, più di tante battaglie.
È paradossale ma vero: talvolta proprio quando scegliamo di arrenderci, succede quello che abbiamo sempre desiderato…