Praticare la mindfulness significa anche dedicare del tempo a tutta una serie di esercizi che permettono lo sviluppo della consapevolezza. Questi, più propriamente chiamati pratiche, possono essere formali ed informali.
Le pratiche informali, alle quali saranno dedicati alcuni post futuri, agevolano questo processo trasformando le abituali attività quotidiane, in preziosi momenti di addestramento della presenza mentale.
Possono essere scelte le attività più disparate: dal lavarsi i denti al fare la doccia, dal vestirsi al rifare il letto, dal guidare al camminare… possiamo dare libero sfogo alla nostra creatività, utilizzando quei gesti o faccende che normalmente facciamo in automatico o pensando ad altro, perché routine, per allenarci.
Ce lo spiega magistralmente così Eckhart Tolle:
“Nella vita quotidiana, potete fare pratica di questo metodo prendendo ogni attività di routine che normalmente è solo un mezzo per raggiungere un fine, e dedicarvi la massima attenzione, in modo che diventi un fine in sé.”
L’attività di riferimento scelta, di volta in volta, può attivare uno o più sensi, quali la vista, l’udito, il tatto, il gusto e l’olfatto e quando emergono Pensieri che distolgono la nostra attenzione dall’oggetto, li osserviamo per poi gradualmente e con gentilezza, riportare la nostra attenzione sull’oggetto di riferimento.
La cosa importante è mantenere, come tutti gli allenamenti che si rispettano, una intenzionalità ed una costanza.