Verso gli inizi degli anni 90, gli interessi verso le cosiddette “discipline alternative”, erano da coltivare con discrezione (soprattutto per coloro che operavano in ambito clinico) per non venir tacciati da simpatizzanti della New Age, cosa altamente disdicevole in alcuni ambiti scientifici.
Però, nonostante ciò, il mio interesse verso il corpo e le sue potenzialità soprattutto in ambito clinico, (confermate anche dagli studi del neurofisiologo Francisco Varela sulla embodied mind) mi portarono comunque ad interessarmi allo yoga. Ed è qui che incontrai Antonio Nuzzo (uno tra i maestri italiani più accreditati ed allora presidente della Federazione italiana Yoga ISFY).
Durante la prima lezione di prova, sapientemente guidata da quel maestro così pacato e attento, ricordo che gli effetti furono talmente profondi e dirompenti, che dissi a me stessa: questa cosa d’ora in poi, farà parte della mia vita!
E, dopo qualche anno, iniziai la formazione quadriennale per diventare insegnante yoga (ovviamente in segreto!).