Qualche mese fa, mia mamma è stata molto male e il suo quadro clinico peggiorava di giorno in giorno. C’era da prendere una decisione importante ed ero io l’unica a doverlo fare.
Lo sappiamo tutti, se c’è in ballo la vita di una persona, le cose si complicano inevitabilmente. La presunzione di credere che solo pensando, arrovellandoti, troverai la soluzione ha la consistenza di una mera illusione. E quando te ne accorgi resti lì, impotente, di fronte agli eventi che all’improvviso spazzano via anche l’ultima delle certezze.
E nel tentativo di fuggire, la tua mente corre come un criceto nella ruota e dopo ore si ritrova sempre allo stesso punto, ma tanto più affaticata.
Mentre la luce dell’alba filtra tra le serrande e cambia il volto agli oggetti della stanza, un tempo sospeso si scioglie piano come sabbia di clessidra che scivola passando per strettoie faticose e dovute. Attimo dopo attimo, tutte le emozioni ti attraversano. Senti la paura, l’impotenza, la frustrazione, e in mente si fa spazio una domanda che ti raggiunge dai tempi della formazione al Center for Mindfulness. Una domanda cruciale: cosa fai quando non sai cosa fare?
Quella domanda mi aveva colpito tanto. Non ha bisogno di risposta ma è lì che ti ricorda che non hai il controllo, puoi solo vivere quel momento, in tanti modi possibili.
E all’improvviso tutto ti sembra più chiaro, e quello che non avevi mai capito prima è in piena evidenza davanti a te.
In un attimo realizzi, come se l’avessi sempre saputo, che è quell’avvitarti intorno al ‘fare’, a tutti i costi, a tenerti ferma.
E puoi solo arrenderti, così, nuda a te stessa, inchiodata a un sentire che ti lascia senza fiato, e nello stesso tempo ti libera.