L’accezione della parola “inconscio” in questo articolo non si riferisce tanto a delle tematiche freudiane, quanto ad una visione più scientifica che nasce proprio da studi riguardanti l’epigenetica, cioè la scienza che studia la biologia umana considerando il “primato della mente sulla materia”. Una delle autorità mondiali a riguardo è Bruce Lipton, medico, biologo cellulare ed ex professore universitario. Egli spiega così la differenza tra la mente conscia ed inconscia.
“La mente conscia (o mente razionale) potrebbe essere considerato un processore a 40 bit, che gestisce informazioni provenienti da circa 40 nervi al secondo. La mente inconscia, per contro, potrebbe essere considerato come un supercomputer con all’interno un database di comportamenti pre-programmati, alcuni derivanti dalla genetica, ma la maggior parte da esperienze di apprendimento, ed equivale ad un processore a 40 milioni di bit, che risponde a più di 40 milioni di impulsi nervosi al secondo”.
Quando pensiamo è la mente conscia che si attiva, (fa progetti, pianifica e crea) ma poi è il subconscio che influenza, in maniera più subdola e meno evidente, pensieri e comportamenti, attraverso convinzioni profonde e radicate in noi (trasmesse da familiari o consolidate durante le prime fasi di vita) che nella maggioranza dei casi sono negative ed auto sabotanti. Ultimamente le neuroscienze hanno scoperto che il 95% del nostro comportamento è sotto il controllo della mente inconscia.
Quindi diventa fondamentale trovare dei modi per accedere a questo data base che guida e direziona i nostri atti e il nostro sentire anche senza la nostra intenzionalità: in difetto, rischieremmo di vivere una intera esistenza in groppa ad un cavallo di cui non abbiamo le redini. Una delle modalità ormai riconosciute negli ultimi decenni come efficace per accedere a questa parte di noi, è proprio quella legata alle pratiche di mindfulness, che aiutano in primis a riconoscere quando ci spostiamo sul pilota automatico, cioè quando viviamo ed agiamo senza essere presenti a noi stessi.
Attraverso la consapevolezza che si sviluppa con queste pratiche, possiamo vedere con chiarezza sia gli automatismi emozionali o comportamentali, sia le credenze più nascoste che ci portiamo dentro da sempre e che ci influenzano, diventando più liberi e più capaci di direzionare la nostra esistenza dove desideriamo.
È un processo che richiede costanza e dedizione, che non si costruisce in un giorno, ma in palio c’è la qualità della nostra vita e il nostro benessere. E vale la pena di provarci.
Dott.ssa Loredana Vistarini