Era stata ritrovata tra le pagine del suo diario, scritta in un angolino, messa lì in modo casuale, quasi senza importanza ma sicuramente, per una attenta osservatrice della realtà e degli stati emotivi quale Maria Grazia Capulli era (conduttrice del TG2 che ci ha lasciato già da 3 anni) questa frase racchiudeva al suo interno un lungo percorso interiore.
Condividevamo la passione verso le filosofie orientali, che già da millenni sostenevano questa visione della vita e spesso ci ritrovavamo a parlarne insieme. Ormai però sempre più frequentemente, anche molti testi di neuroscienze spiegano ed esortano alla consapevolezza dei nostri stati emotivi, con l’ottica di soffermarci anche e soprattutto su quelli che generano in noi stati positivi.
Non si tratta di ricercare spasmodicamente eventi che generano in noi uno stato di felicità, ma di “accorgerci” di quegli attimi, che spesso diamo per scontati, che alleggeriscono il cuore e di cui la nostra giornata è costellata.
Questo potente esercizio di consapevolezza, se ripetuto nel tempo, intanto ci permette di accorgerci che i momenti belli sono molto più di quelli che crediamo e poi, (se riproposti quotidianamente) creano dei pattern neuronali nel nostro cervello, permettendoci, ogni giorno un po’ di più, di amplificare questo stato di felicità. Non mi pare poco come risultato, basta soltanto (come aveva scritto Maria Grazia)… farci caso…