Da tempo mi occupo di portare consapevolezza nelle aziende, tramite programmi pensati ad hoc per gli utenti e quello che risulta essere più evidente nei partecipanti, è l’elevato livello di stress al quale sono quotidianamente sottoposti.
Anche l’Unione Europea conferma questo dato considerando lo stress la prima causa di mancata presenza per malattia al lavoro.
Se l’organismo è esposto a pressioni e a carichi di lavoro in maniera prolungata, aumenta sensibilmente il rischio di danno organico e tutto questo influisce non solo sulla persona ma anche sulla produttività.
Quindi il primo passo è sicuramente quello di riconoscere il proprio livello di stress e, se non è possibile accedere ad un percorso individuale o di gruppo, intanto può essere molto utile mettere in atto alcune accortezze quotidiane per mitigare l’intensità del problema.
In questo articolo dedicheremo un po’ di spazio ad alcuni di questi semplici accorgimenti, che vi potranno essere utili nell’affrontare lo stress sul lavoro.
Partire da se stessi
Prima di iniziare la piccola serie di suggerimenti che possono migliorare la qualità di vita sul lavoro, vorrei dedicare del tempo ad una necessaria premessa: nella maggior parte dei casi, i luoghi di lavoro sono ambienti stressanti e persino tossici, che spesso e volentieri sono resistenti a ogni cambiamento.
È vero che la consapevolezza, strutturata in programmi specifici, si sta rivelando un valido aiuto però, in una accurata analisi dei bisogni delle aziende con le quali mi trovo a confrontarmi, viene spesso fuori che una parte rilevante del problema riguarda le condizioni esterne alle quali i dipendenti devono sottoporsi: tempi e ritmi sempre crescenti, clima di competizione tra i teams o gli individui, leaderships inefficaci o tecnologia in costante cambiamento. Questo significa che non tutto può e deve essere lasciato sulle spalle del singolo e che lo stress lavoro correlato, non deve essere considerato un problema personale dell’individuo, al quale viene strumentalmente imposto dalla azienda l’onere di un cambiamento, considerando la consapevolezza una panacea/soluzione per tutti i mali. Allora, in attesa che sempre più imprese prendano coscienza del binomio vincente benessere/produttività è di fondamentale importanza però, considerare che ogni luogo di lavoro è fatto da singole persone e che ognuna, sapientemente aiutata e motivata, potrebbe fare la differenza per produrre quel cambiamento globale auspicato. Tradotto…. nell’ottica centrale e imprescindibile che ognuno faccia la sua parte, c’è sempre e solo un punto dal quale si può partire: da se stessi.
Il respiro è nostro alleato
Sebbene piccoli momenti di recupero dalla pressione lavorativa abbiano dimostrato essere di vitale importanza per benessere e prestazioni, la ricerca su come gli interventi sul posto di lavoro possano aiutare a migliorare il recupero non è ancora elevata.
Un recente studio però, svolto all’Università di Maastricht su 140 dipendenti, ha nettamente dimostrato che 10 minuti al giorno di esercizio di consapevolezza del respiro, per un minimo di 2 settimane, hanno migliorato sensibilmente la qualità e la durata del sonno.
In fondo si tratta di un impegno minimo, che richiede solo pochi minuti quotidianamente e che già offre buone basi per alleggerire una condizione di tensione o di vero e proprio stress lavoro correlato.
Per chi ha voglia di mettersi in gioco e di provare, ricordate che l’importante è mantenere una costanza giornaliera per almeno 15 giorni…
Schiacciare il tasto pausa
Lo stress sul posto di lavoro non si limita a ridurre la produttività o la performance, ma ha anche un impatto negativo sulle relazioni con i colleghi, i collaboratori, i clienti. Quindi è importante agire prima che possa diventare nocivo per salute, umore e qualità della vita. Bastano piccoli accorgimenti quotidiani, consapevoli e intenzionali.
Uno di questi è schiacciare il tasto pausa!
Ho volutamente preso in prestito un gergo informatico, per ricordarci che in ogni momento della giornata lavorativa possiamo, quando le condizioni lo richiedono, fare una pausa: l’importante è che sia consapevole e intenzionale, dove la nostra mente si libera di ogni pensiero per recuperare la leggerezza di una connessione col presente più di tipo sensoriale che concettuale…le mani che si sfregano, l’aria che passando nel naso riempie i polmoni, il contatto con i piani di appoggio: sedia, schienale pavimento. Un attimo, un piccolo attimo dove possiamo semplicemente essere, senza dover fare nulla di più.
Cambia il paesaggio!
Un modo sempre vincente, invece di farci trascinare dalle solite abitudini, è quello di provare a fare qualcosa di diverso.
Ad esempio, durante la pausa pranzo, se la stagione lo consente, rompiamo la consuetudine di una mensa o del solito bar, per gustare un panino all’aria aperta. Certo, se viviamo in una metropoli, non avremo a disposizione grandi spazi verdi, ma forse anche il giardinetto dietro l’ufficio può fare al caso nostro. E mentre assaporiamo il nostro “pranzo al sacco” seduti su una panchina, lontani dalle chiacchiere sempre uguali dei colleghi, concediamoci del riposo mentale guardando gli alberi, le foglie, i fiori… insomma, approfittiamo del contesto per immergerci in una contemplazione consapevole dove anche un ciuffetto di margherite potrebbe diventare interessante… e scopriremo un piccolo mondo di cui non ci eravamo mai accorti prima!! Provare per credere. A me è successo!
Creare equilibrio
Soprattutto in questi tempi di smart working, di call che si susseguono senza sosta, di documenti da completare al pc, ci scopriamo spesso contratti, anchilosati o carichi di adrenalina.
Allora spostare l’attenzione dalla mente al corpo, ci permetterà di ritornare al qui ed ora e allo stesso tempo prenderci cura di noi. In che modo? Spazio alla creatività: ce ne sono veramente tanti… Ad esempio mentre siamo seduti alla nostra postazione, possiamo prenderci delle piccole pause per allungare le gambe e ruotare le caviglie, stessa cosa possiamo fare con le braccia o le spalle. Oppure, se riusciamo, tra una call e una mail, potremmo anche azzardare qualche stiramento in piedi…. Infine se ci è possibile, prendiamo qualche minuto per alzarci e fare quattro passi, per bere un bicchiere di acqua o spruzzarci un po’ di acqua fresca sui polsi o sul viso.
Il segreto resta sempre quello di svuotare la mente, per assaporare le sensazioni che ci arrivano dal corpo… ma, a patto che per qualche minuto, si possa lasciare da parte il cellulare per concedersi un po’ di silenzio!
Fare spazio alla consapevolezza
Ognuno dei suggerimenti che ho trattato è sicuramente più facilmente attuabile (e comprensibile), se lo abbinate ad un corso che vi insegna a far spazio alla consapevolezza nelle vostre vite. In caso contrario, dedicate giornalmente un po’ di tempo per allenarvi alla consapevolezza (su questo sito troverete vari esercizi).
Questo, per non banalizzare e svuotare di contenuti un’arte che richiede tempo e gradualità, per regalarci le grandi potenzialità che ha in serbo per il nostro benessere interiore.