Da sempre, il Natale è per antonomasia, la festa che più evoca calore familiare, buon cibo condiviso con i propri cari e tanta allegria…
In questo anno diverso, dove il Natale assomiglia più a degli arresti domiciliari, diventa difficile gioire. Molti hanno perso i loro cari, altri hanno perso un lavoro e tutti, indistintamente, abbiamo perso la libertà: di spostarci, di incontrarci, di abbracciarci… cosa resta?
Mi sono guardata dentro, alla ricerca di una risposta che potesse lenire questo cielo di emozioni plumbee. Certo, la socialità fa parte integrante del nostro essere “umani” e non possiamo negare queste mancanze: possiamo però accogliere queste nuove condizioni … e con un po’ di creatività. generare nuovi adattamenti, creando altre forme di convivialità!
Nel 2018 il nuovo trend esportato dalla Finlandia (Kalsarikännit) inneggiava a copertina, camino o candela accesa, buona musica e un bicchiere di vino… lontano dal frastuono e dalla vita frenetica. Ora è un must.
Allora, potremmo immaginare un Natale che coltivi l’arte di dedicarsi a un relax tra le mura domestiche? Che ci aiuti ad esprimere affetto ai nostri cari in modi diversie con un po’ di fantasia? Che ci regali comunque un po’ di meritata serenità?
Forse sarà una festa più intima, più introspettiva e meno festaiola…magari con un buon libro, o con una serie TV o magari con un brindisi fugace in piazza, (tra distanziamento e mascherine) piuttosto che un augurio collettivo attraverso Zoom.
In questo tsunami di lockdown, emozioni e regole da rispettare… il mio augurio per tutti voi, è che ognuno possa incontrare se stesso (e i pochi altri “concessi”) con meno stereotipi e più autenticità…