Numerose ricerche negli ultimi decenni, hanno dimostrato che la psicoterapia risulta essere l’intervento elettivo, più efficace e risolutivo (a lungo termine) per la maggior parte delle problematiche psicologiche (ansia, attacchi di panico, depressione, disturbi sessuali, disturbi di personalità, ipocondria, stress, problemi relazionali, affettivi, sociali, familiari, di coppia, problemi legati alla genitorialità, problemi di transizione legati all’età o a diversi status come separazione, lutti, etc.).
La prima cosa che va detta è che la psicoterapia è un processo complesso ed articolato che risponde a molte variabili: a seconda della scuola di appartenenza dello specialista e del linguaggio utilizzato, si può spiegarne il funzionamento da diverse angolazioni. In maniera molto semplice, da un punto di vista prettamente psicologico, possiamo dire che, grazie ad un cammino di maggiore consapevolezza riguardo al proprio funzionamento, il paziente è in grado di mettere in atto pensieri, stati emotivi e quindi comportamenti diversi, rispetto a quelle situazioni che prima potevano essere disturbanti o bloccanti.
In altre parole, potremmo partire dall’idea che ognuno costruisce una “mappa” di se stesso e della realtà che lo circonda, che lo guida su come muoversi, agire e reagire. Talvolta queste mappe o schemi mentali, diventano dei veri e propri percorsi obbligati, eliminando la possibilità di scelta, tanto è che le persone in genere vivono questo come un “percorso obbligato” dal quale non riescono ad allontanarsi, perpetrando sempre le stesse modalità reattive.
Una psicoterapia di successo, va ad agire proprio su questi schemi o mappe, che vengono individuati e metabolizzati al punto da permettere alla persona di rapportarsi diversamente a se stesso ed alla realtà, attraverso il recupero di una libertà di azione e di pensiero.
Questo processo, solo attraverso l’uso della parola e della relazione con lo psicoterapeuta e senza l’aiuto di sostanze chimiche, nel tempo, è in grado di generare nuovi circuiti neurobiologici stimolando l’attivazione di nuove connessioni neuronali tra aree diverse del cervello.
In questi ultimi decenni, proprio grazie alle neuroscienze e alle tecniche di neuroimaging, è stato possibile compiere notevoli passi avanti: attraverso l’utilizzo della Risonanza Magnetica Funzionale (fMRI) sono state condotte ricerche per determinare quali aree del cervello fossero attive durante specifiche azioni e comportamenti (ad esempio leggere, parlare, ascoltare, ricordare ecc.) ed è stato osservato come, appunto, la psicoterapia è in grado di determinare un vero e proprio cambiamento a livello cerebrale.